Adottare un corretto stile di vita aiuta a prevenire l’Ictus.
Suggeriamo di partire dalla dieta di tipo mediterraneo, raccomandata dalla comunità Scientifica Internazionale, che prevede in definitiva un elevato consumo di frutta, verdura, legumi, cereali, olio di olive e uno scarso apporto di grassi animali (poca carne, preferire quella bianca rispetto alla rossa, e più pesce); la riduzione o l’eliminazione di alcool con un consumo massimo di 2 bicchieri di vino per gli uomini e non più di un bicchiere per le donne; l’eliminazione del fumo. E, non ultimo, l’attività fisica di tipo aerobico, ad esempio una camminata di 30 minuti a passo spedito (10-12 minuti per chilometro), che praticata in maniera costante e moderata ha un influsso benefico sia sulla prevenzione dell’ictus ischemico che emorragico. Queste regole protettive non rappresentano la garanzia che la malattia potrà essere evitata, ma allontanata certamente sì.
I pazienti a rischio cardiocerebrovascolare devono essere individuati dal medico di medicina generale e devono essere sottoposti a tutte le misure preventive atte a diminuire il rischio.
I pazienti che presentano TIA devono essere gestiti dal servizio specialistico ospedaliero e sottoposti a tutte le indagini utili e alle misure atte a prevenire l’ictus.
I soggetti con elevato rischio di ictus devono essere informati e sensibilizzati rispetto al rischio di patologia, ai corretti stili di vita, all’adesione alla terapia.
I medici di medicina generale e gli specialisti devono condividere le modalità di gestione del paziente ad alto rischio cardiocerebrovascolare, anche attraverso specifici eventi formativi.